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Migranti e salute, ecco lo studio OMS in Italia

Gli stranieri residenti in Italia sembrano essere un sottogruppo della popolazione selezionata per la buona salute,

Gli stranieri residenti in Italia sembrano essere un sottogruppo della popolazione selezionata per la buona salute,almeno per quanto riguarda le malattie croniche e la percezione della propria condizione. Gli asiatici sono i più sedentari, mentre quelli provenienti da altri Paesi europei i maggiori fumatori. Una quota consistente di stranieri provenienti dall'America fa un uso dannoso dell'alcol, mentre solo il 7% di quelli originari del Nord-Africa fa altrettanto.
Gli stranieri residenti in Italia sembrano essere un sottogruppo della popolazione selezionata per la buona salute, almeno per quanto riguarda le malattie croniche e la percezione della propria condizione. E' quanto emerge dal rapporto "Malattie croniche e migranti in Italia", realizzato dal sistema di sorveglianza PASSI e promosso dall'Organizzazione Mondiale della Sanità. L'analisi, che si basa su quasi 230mila interviste realizzate tra il 2008 e il 2013, fa luce su alcuni aspetti fondamentali della salute dei migranti, evidenziando le differenze rispetto agli italiani e rompendo molti pregiudizi errati.

L'indagine mira ad informare sugli stili di vita dei migranti in Italia in modo tale da permettere lo sviluppo di programmi di prevenzione mirati. Le disparità in fatto di stato di salute emergono soprattutto a seconda del Paese d'origine degli stranieri. Le persone provenienti dall'Asia, ad esempio, sono quelle che più frequentemente percepiscono il proprio stato di salute in modo positivo, seguiti dagli italiani e infine dagli stranieri provenienti dal Nord-Africa e dall'America.

Anche rispetto alle malattie croniche i migranti sembrano essere più avvantaggiati degli italiani, ma il dato è vero soprattutto tra le persone più anziane, mentre significative differenze si evidenziano in base all'area di provenienza. La cronicità, infatti, si riscontra a livelli più bassi negli stranieri provenienti da altri Paesi europei e più alti in quelli originari del Nord-Africa.
Il rapporto PASSI rivela poi che il 6% dei migranti residenti in Italia manifesta sintomi di depressione, con le percentuali più elevate tra gli stranieri provenenti dall'America e dall'Africa del Nord. Le statistiche, in questo caso, non differiscono molto da quelle che prendono in considerazione gli italiani.

Per quanto riguarda l'abitudine al fumo e al consumo di alcol, esistono forti differenze, sia in positivo che in negativo, in base alla provenienza: se il 17% degli italiani tra i 18 e i 69 anni consuma alcol in modo dannoso, altrettanto fa il 22% degli stranieri provenienti da aree americane. Inoltre, ben il 40% dei migranti originari di Paesi europei si dichiara fumatore contro il 28% degli italiani. Il risultato più positivo in termini di non-fumatori riguarda i migranti dall'Africa sub-sahariana.

Dati discordanti emergono infine per quanto riguarda la prevenzione. In base al rapporto PASSI, l'adesione allo screening oncologico per i tumori del collo dell'utero, della mammella e del colon-retto è significativamente minore nella popolazione immigrata rispetto a quella italiana, ma se tra gli stranieri di origine sudamericana non si riscontrano grandi differenze, tra quelli di origine asiatica si registrano livelli di accesso bassi in modo preoccupante.

Giovanna Carnevale
Fonte: nelpaese.it


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